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Zapatos Rojos -comunicato stampa di chiusura
14.11.2013 Comunicato Stampa
ZAPATOS ROJOS di Elina Chauvet
La marcia delle scarpe rosse per dire stop alla violenza sulle donne
Sono state circa 200 le scarpe raccolte nella tappa del 10 novembre di Zapatos Rojos a Reggio Calabria.
Francesca Guerisoli, la curatrice del progetto a livello nazionale e che ha portato per prima in Italia il progetto di arte pubblica itinerante dell'artista messicana Elina Chauvet afferma che: "Zapatos Rojos è un progetto d'arte pubblica nato a Ciudad Juarez, che si nutre di quello specifico contesto sociale, culturale, politico e a cui pone delle questioni urgenti. Attraverso di esso, Elina Chauvet mira a rompere il muro di omertà che avvolge i femminicidi a Juarez, generando consapevolezza a livello internazionale rispetto al tema. Prima di arrivare in Italia, il progetto era stato realizzato solo in Messico e Texas. Dopo l'Italia, è stato voluto anche in Argentina, Spagna, Norvegia. Ma in Italia è successo qualcosa di diverso dagli altri paesi: qui la marcia di scarpe rosse di Zapatos Rojos è divenuta un simbolo largamente condiviso a diversi livelli (dalle associazioni di promozione culturale e sociale alle istituzioni pubbliche, dalle università e accademie alle singole persone). Le scarpe rosse sono oggi simbolo delle donne vittime di violenza. Nel nostro paese, nel giro di un anno le imitazioni e i progetti autonomi ispirati a Zapatos Rojos non si contano più, così come l'uso di immagini di scarpe femminili rosse da parte dei media quando si parla di violenza di genere. L'Italia necessitava di un'immagine simbolica in cui riconoscersi in una lotta culturale comune. Ciò è stato reso possibile dal fatto che Zapatos Rojos è un progetto che ha in sé non solo i tratti specifici del contesto in cui nasce, ma anche quelli universali del tema drammatico del femminicidio”.
Grazie quindi a chi ha reso possibile che la “marcia delle scarpe rosse” camminasse anche a Reggio ed in particolare all'Associazione DID.AR.T - didattica, arte e territorio ed a Alessia De Pasquale e Laura Beltrano, per aver spiegato quello che accadeva a chi si avvicinava anche solo per curiosità, grazie all'Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e al prezioso aiuto dei suoi studenti e in particolare a Francesca Nocito per aver realizzato l'immagine grafica diffusa nei volantini. Grazie ai ragazzi di Libera, alle donne del Se Non Ora Quando, a quelle dei Centri Antiviolenza, grazie a tutte le associazioni di seguito elencate e che hanno contribuito alla diffusione del messaggio in città: Amnesty International, A.N.P.I., ARCI, Arcidiocesi di RC-Bova Comunità di Accoglienza ONLUS - Centro Antiviolenza "Casa A. Morabito", Centro Antiviolenza “Margherita”, Centro Antiviolenza "Casa delle Donne" – C.I.F. (Centro Italiano Femminile) Provinciale di Reggio Calabria, Centro Comunitario Agape, Comitato “Donne e Madri in difficoltà”, Coop.Ichora, CSV – Centro Servizi per il Volontariato, G.A.D.IT delegaz.RC, G.O.V.I.C. Gruppo Ospedaliero Volontari in Chirurgia, IDEAREE, Istituto per la Famiglia sez. 319 Gallico, Istituto per la Famiglia Sez. 278 Iona (VV), Legambiente Onlus, Me Mus.le (Ecojazz), Maestri di Speranza, Progetto Farasha.
Grazie alle donne della politica Daniela Di Blasio - Consigliera Parità Opportunità della Provincia Reggio Calabria, Giovanna Cusumano - Presidente Commissione Regionale Pari Opportunità, Tilde Minasi – Consigliere Regionale della Calabria che hanno manifestato il loro sostegno e solidarietà. Ma anche alla Provincia di Reggio Calabria, con i suoi rappresentanti Antonio Eroi, Presidente del Consiglio Provinciale ed Edoardo Lamberti Castronuovo, Assessore alla Cultura e alla Legalità.
Grazie ai singoli individui, ad Anna Arcudi che ha fatto le riprese che andranno a comporre il video di quella giornata, ai fotografi, Antonio Pellicanò e Paula Kajsar che ne hanno immortalato in uno scatto i momenti più belli. Grazie alla città che ha dimostrato la sua attenzione verso temi dolorosi, ma che impongono una coscienza civile che sia in grado di affrontarli per trovare delle soluzioni chiare, nette, per uscire dall'isolamento e combattere la paura di chi vive in solitudine questi drammi.
Serena Carbone – referente progetto Reggio Calabria
Mario Nasone – Presidente CSV – Centro Servizi per il Volontariato