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Home Page Comunicazione Archivio notizie CSV 46° SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI ITALIANI

46° SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI ITALIANI

IL VOLONTARIATO COME SCUOLA DI EDUCAZIONE POLITICA

E' arrivato in riva allo Stretto Edoardo Patriarca, segretario del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, per parlare di “Le responsabilità del volontariato e dell'associazionismo educativo nella costruzione di nuovi percorsi di speranza per Reggio e per la Calabria”.

Un incontro (voluto e organizzato dal Csv dei Due Mari, dall'Azione Cattolica e dall'Agesci) di preparazione in vista della 46 Settimana sociale dei cattolici italiani che si terrà a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre. Ecco la sua riflessione:

 

cv_patriarca

di Edoardo Patriarca

Anzitutto un ringraziamento al Csv, all’Azione Cattolica e all’Agesci per avermi invitato a questo appuntamento per me  prezioso come i tanti altri accaduti in questi due anni di preparazione in vista della prossima Settimana sociale di Reggio Calabria. Un grazie sincero perché il tema che mi proponete è di grande attualità:  quale debba essere il ruolo del volontariato affinché  il paese, la Calabria oggi, riscopra comuni responsabilità adulte verso le nuove generazioni e verso il bene comune. Più volte, in questi lunghi mesi di lavoro ho preso atto che viviamo in una realtà sociale ed economica  non più a misura di giovani, ormai percepiti quasi come una area protetta modello  WWF. Ma che speranza c’è se non si investe  sulle nuove generazioni? La speranza e il futuro sono oggi, sono da costruire qui e ora, non appartengono a un tempo che deve venire.

E dunque, come il volontariato può svolgere in pienezza questo compito di accompagnamento e di sostegno al cammino di crescita dei ragazzi e delle ragazze? Come può riscoprire la vocazione educativa da sempre presente nel suo dna? E quali sono le sfide con cui si trova a doversi misurare per un compito arduo e impegnativo, ma tanto affascinante ed entusiasmante?

Il primo punto da riprendere è che si può educare solo se noi adulti accettiamo di essere in cammino, educa autorevolmente solo colui che si sente in formazione continua, aperto alle novità, attento ai segni dei tempi. Educa con autorevolezza solo colui che non ha smesso di camminare. Non solo a livello personale ma anche nella esperienza di servizio che svolgiamo comunitariamente: operiamo concretamente è vero, ma proponiamo anche e soprattutto una visione di bene comune, una idea di comunità, valori e partecipazione. Insomma, il volontariato è scuola di educazione buona se è consapevole della propria identità e della propria storia, la sua azione non è neutrale, bensì è guidata e orientata da alcuni valori imprescindibili. Solo attingendo a questi valori che si può costruire un percorso educativo per i giovani, e un corso di formazione continua e permanente per gli adulti. Siamo comunità accoglienti, attente a coltivare relazioni di amicizia e a promuovere il  coinvolgimento attivo nell’impegno volontario? Non siamo più attenti al fare e un po’ meno alla proposta valoriale, culturale e sociale che muove l’azione volontaria?

Dunque i valori.

Anzitutto la dignità della persona e dei suoi diritti: è questo il nucleo fondativo dell’attività  volontaria che la porta a farsi prossima a coloro che non possono vivere con dignità la  propria vita. E’ l’attenzione alle persone ultime, quelle che non hanno voce e rappresentanza, che portano il volontariato sulla frontiera dell’impegno sociale e politico. 

E poi la solidarietà che non è assistenzialismo ma “la ferma determinazione a cercare il bene di tutti e di ciascuno”: è quell’impegno che vuole riportare alla piena cittadinanza coloro che non la posseggono più, non crea dipendenze ma piuttosto promuove libertà e autonomia.

Non può non esserci la gratuità che è dono all’altro, dono di sé, dono di amicizia, di fraternità. Non solo questione di ore  donate al servizio, ma gratuità è un modo di essere nel quotidiano, è uno  stile di vita che non accetta la regola del pensiero unico secondo il quale è lo scambio degli equivalenti - che non funziona neppure in economia, la crisi lo ha drammaticamente evidenziato – che governa tutto, persino la vita sociale e affettiva.

Autonomia e  animazione dello spazio della sussidiarietà: è questo un nodo cruciale per il futuro della nostra democrazia. La democrazia non riguarda solo il buon funzionamento delle istituzioni, la democrazia vive perche vivono anche le organizzazioni della società civile nelle quali si pratica concretamente la partecipazione, la capacità di prendere decisioni  e agire  di conseguenza,  il rigore morale e il rispetto della legalità, la partecipazione attiva e concreta dei volontari, la formazione delle competenze e lo studio esigente. Ecco, credo vada riscoperto il volontariato come  scuola di educazione politica a “cielo aperto”, facciamolo con passione e competenza. E facciamolo mostrando ai nostri ragazzi che la sussidiarietà autenticamente vissuta promuove protagonismo e  nuove opere, e fa comprendere che lo spazio del bene comune non è solo appannaggio delle istituzioni e  della politica ma chiama alla responsabilità tutti i soggetti che vivono in un territorio. Tessitura di relazioni, costruzioni  di comunità e di legami sinceri, sono il contributo determinante che le organizzazioni di volontariato e le associazioni tutte possono offrire al territorio affinché il suo capitale sociale non vada  definitivamente sprecato e depauperato. Se ciò accadesse sarebbe un disastro!

 

 

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