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Home Page Comunicazione Archivio notizie Associazioni Manifestazione 'Il Cereso per la vita' 04-07-2015

Manifestazione 'Il Cereso per la vita' 04-07-2015

Il prossimo 4 luglio ricorreranno i 20 anni dalla fondazione della Comunità Archè del Centro Reggino di Solidarietà

L’appuntamento è sul Lungomare I. Falcomatà  (adiacente parcheggio Stazione Lido), a partire dalle ore 18.00

1995 - 2015, 20 anni dalla fondazione della Comunità Terapeutica “Archè- Totò Polimeni”, servizio residenziale che accoglie e accompagna uomini e donne con problemi legati alla dipendenza.

La Manifestazione “Il Ce.Re.So per la vita. Nel ricordo di “Totò Polimeni” vuole celebrare il percorso importante che negli anni è stato tracciato sul territorio, e in particolare vuole fare memoria di uno tra i fondatori, il dott. Antonio Polimeni che insieme al sac. Pietro Catalano, Presidente del Ce.Re.So. - Centro Reggino di Solidarietà - dal 1991, hanno creduto e si sono spesi perché a Reggio Calabria potesse svilupparsi un servizio qualificato, per dare una risposta concreta al problema crescente della tossicodipendenza.

Un’occasione dunque per ripercorrere anni di storie, volti, vittorie e sconfitte. Una storia di vita, ma soprattutto una storia per la vita. Vent’anni di impegno per restituire dignità e speranza a centinaia di giovani che sono passati per la comunità e che hanno provato a ricostruirsi una vita degna di essere vissuta.

Un’esperienza straordinaria, di una ricchezza umana inestimabile, nata per volere dell’Arcivescovo Mondello, che ha affidato l’incarico di occuparsene ad un allora giovane sacerdote, Don Piero Catalano, ma soprattutto grazie all’impegno di un uomo, un medico, che ha scelto di dedicare gran parte della sua vita nella difesa dei più deboli e fragili.

Il dottore Polimeni, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo semplicemente Totò, è stato colui che ha inspirato e fortemente  voluto la costituzione del Centro Reggino di Solidarietà. Quando ancora il sociale non era un business ed impegnarsi in questo campo significava rinuncia e sacrificio, significava schierarsi dalla parte degli ultimi, di chi non ha voce, Totò ha deciso che era giunto il momento di regalare alla città che tanto amava un segno di speranza. E’ andato dal Vescovo, proprio lui comunista di lunga data, ed ha chiesto che gli indicasse un riferimento con il quale vivere sino in fondo quest’avventura. Ed ecco la conoscenza con Don Piero, i primi colloqui, l’accoglienza dei ragazzi, e quindi poi la comunità, la casa per malati di AIDS, il reinserimento sociale. E’ grazie a lui, alla sua abnegazione, al suo pragmatismo, alla sua grande cultura ma anche alla sua straordinaria umiltà, che oggi dobbiamo l’esistenza del Cereso, vita e speranza per i tantissimi ragazzi che dal 1991 ad oggi sono passati dai diversi servizi.

Prima di tutto un medico. Era così che Totò Polimeni si definiva. Ed a noi che restavamo perplessi perché la definizione ci sembrava quasi riduttiva per un uomo di tale levatura, con la sua testimonianza, con la sua coerenza, dimostrava ogni giorno quale grande amore avesse verso la sua professione. Per lui essere medico non era semplicemente un lavoro, era uno stile di vita, una scelta valoriale ed etica.

Ed è come medico che lui ha fondato il Cereso, ed è come medico che lui è stato vicino a tantissimi ragazzi passati per la Comunità. Un medico che mette al centro di ogni sua azione la persona che ha davanti a sé, un medico capace prima di tutto di ascoltare perché comprende l’inestimabile valore dell’Uomo, con le sue ricchezze e le sue fragilità. E Totò ascoltava tutti, si fermava con ogni ragazzo, li conosceva per nome. Poi parlava con gli educatori, li istruiva, li formava, ma soprattutto li faceva crescere con la sua straordinaria testimonianza.

La testimonianza gratuita di un vero volontario. E questo rappresenta forse l’elemento più importante da sottolineare tra le tante virtù di Totò. Lui era un vero volontario del Cereso, che aveva posto la gratuità come principio fondante ed irrinunciabile del suo impegno. Valori oggi difficili da ritrovare, in un momento storico in cui anche il volontariato appare confuso e disorientato di fronte alle lusinghe di una società che pone l’avere prima di ogni cosa.

Ecco perché quest’anno il Cereso ha deciso di dedicare a lui i 20 anni della comunità. E non perché Totò abbia bisogno di celebrazioni. Non le voleva in vita, figuriamoci ora. Al contrario, perché oggi più che mai è necessario riprendere il suo messaggio, la sua testimonianza, per restituire senso e significato al percorso della Comunità e del Cereso.

Non è per Totò che abbiamo pensato questo momento, ma è con Totò, per riaccendere, grazie al suo ricordo, la ricchezza della sua testimonianza, così necessaria ed importante in un’epoca dove sembra che i valori veri, umani, siano ormai affondati nel mare melmoso dell’intolleranza e dell’indifferenza.

Qualche giorno fa, il 26 giugno, abbiamo celebrato la Giornata Mondiale per la Lotta alla Droga, e nel ricordare i tanti volti e le numerose storie passate dai nostri servizi, abbiamo sottolineato come ormai il problema delle dipendenze sia caduto nell’oblio, completamente dimenticato, quasi come se non esistesse più. Ed invece i dati dell’ultima relazione al Parlamento, che nei prossimi giorni verranno consegnati, dimostrano in modo inequivocabile una preoccupante recrudescenza, non solo dell’abuso di droghe che erroneamente si ritenevano in decrescita come l’eroina, ma anche sulle modalità di assunzione, con un pericolosissimo ritorno al “buco”. Tutto ciò per tacere della vera e propria pandemia di dipendenze così dette comportamentali, come il gioco d’azzardo o la dipendenza da internet.

Ecco perché abbiamo voluto fortemente questo momento di memoria il prossimo 4 luglio. I 20 anni della comunità ed il ricordo dell’azione di Totò Polimeni riteniamo debbano essere un richiamo forte per una società che sembra ormai sopita di fronte ai grandi mali della dipendenza.

 

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